Napoletani. Poesie su una civiltà in declino

Dalla quarta di copertina:

Mario Campanino è nato a Milano nel 1967 e si è trasferito a Napoli all’età di dodici anni. Nel 1985 “Il Mattino” ha pubblicato un suo contributo dal titolo Perché devo vergognarmi della mia città? Scritte tra il 24 e il 26 giugno 2011, a oltre venticinque anni di distanza, le venti poesie di Napoletani rappresentano il permanere di quella domanda, resa più dolorosa e cattiva dalla sensazione che tutto questo tempo sia passato invano.

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4 commenti:

  1. Caro Mario,

    sono molto scosso dalle tue poesie, che sono – proprio perché vogliono essere poesie – la denuncia più forte che mi sia accaduto leggere o sentire. Il loro effetto è veramente impressionante e devastante, e oltretutto sicuramente benefico (voglio usare proprio questa parola). Ed aggiungo anche che in esse vi è tutto l’amore che non solo tu, ma credo proprio tutti gli italiani, provano per una città come Napoli.

    22 gennaio 2012

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  2. Napoletani è un volume graffiante, ironico, che riporta il tuo modo di vedere “dentro” le cose, ma forse anche le cose che non sono immediatamente visibili a tutti.

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  3. Caro Mario, ho letto il tuo libro, mi è piaciuto, è un lavoro in cui i registri si mescolano e si amalgamano bene. È ironico (talvolta feroce) ma non è soltanto questo che lo caratterizza, il tono è a tratti malinconico ma con molto pudore.
    Continua a scrivere e, come dico a tutti, leggi molto.

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  4. Ho letto con grande interesse il tuo “Napoletani. Poesie su una civiltà in declino”. Viene fuori tutto il tuo talento: capacità di cogliere nel profondo, sensibilità acuta, capacità di espressione.

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