L’Io non intende mai le proprie impressioni e produzioni singolarmente, ma sempre in correlazione, in reali o immaginarie, in simili od opposte concordanze con altro; cosí tutte le cose che hanno un nome si reggono a vicenda in serie, in rapporti, membri di complessi immensi e impenetrabili, gli uni poggianti sugli altri, e percorsi da tensioni comuni. Ma proprio perciò, – continuò, con mutamento improvviso, – se per qualsiasi motivo le correlazioni fanno cilecca e le serie dei ragionamenti non collimano, ci si trova di nuovo davanti alla creazione indescrivibile e disumana, anzi ripudiata ed informe! L'uomo senza qualità, cap. 46.
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