Voglio provare a concepire il fenomeno della Gravità, per cui alla presenza di una Massa nello Spazio vuoto si percepisce che altre masse "sono attratte" dalla - e "si muovono" verso la massa maggiore. Potrebbe non essere così. Il movimento potrebbe essere solo apparente. E lo spazio, inteso come distanza tra due punti, essere solo una conseguenza della presenza/non presenza delle masse.
Si potrebbe pensare che lo spazio non sia curvato dalla massa, ma sia compresso dalla massa. Si potrebbe dire che la massa aumenta il "peso specifico" dello spazio ad essa circostante.
Si può quindi porre:
- considero uno spazio vuoto, che rappresento con un foglio quadrettato
- considero una distanza lineare retta tra due punti di questo spazio
- misuro il numero di quadretti che separa i due punti (20 quadretti da 0,5 cm l'uno)
- rappresento i 20 quadretti come misure verticali: l'altezza di ogni tratto (in questo caso 0,5 cm) rappresenta il peso specifico dello spazio nel punto in cui si trova il tratto
- interpongo una massa tra i due punti
- la massa prende il posto di parte dello spazio che separa i due punti, comprimendo lo spazio ad essa circostante
- ...
- ...
- conseguenza: se ipotizzo che la massa prenda il posto di tutto lo spazio che separa i due punti, devo ammettere che:
- i punti non sono più separati, perché non c'è più spazio tra di essi
- se si avesse una massa infinita, tutti i punti possibili in uno "spazio" sarebbero uniti, il che vuol dire che la massa avrebbe preso il posto di tutto lo spazio, e dunque non ci sarebbe più spazio: dimensione 0 (zero). Questo mi fa venire in mente la teoria del Big Bang, ma non so se c'è davvero qualche relazione...
Collegamenti con la poetica:
- mia riflessione sulla curvatura (si potrebbe forse dire compressione) dello spazio semantico operata in poesia.
- mia credenza nel fatto che le cose non accadono, che sarebbe avallata dalla conoscenza che il movimento delle cose è solo apparente.
in progress
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